Biografia e Maniera

1936 - 2016

Beppi Zancan nacque a Torino il 14 febbraio del 1936 da una famiglia di origine veneta di giuristi, medici e docenti universitari.
Durante la guerra, riparó con la famiglia nella villa di Viverone, dove trascorse alcuni degli anni piú belli della fanciullezza insieme al fratello Giampaolo, divenuto poi uno tra i più noti avvocati penalisti italiani.
Rientrato a Torino, frequentó il liceo classico presso l’Istituto Sociale dei padri Gesuiti, dove si distinse come studente brillante e geniale.
Si laureó in giurisprudenza con Norberto Bobbio, del quale fu assistente, elaborando una tesi di filosofia del diritto sul concetto di giustizia in Dostoevskij, che fu molto apprezzata e che ottenne numerosi riconoscimenti.
L’amore per Dostoevskij, che Beppi leggeva anche in lingua originale, rimase una costante della sua intera esistenza.

Assolto il servizio militare a Casale, tornó a Torino dove, abbandonó la carriera universitaria, per una sua incompatibilitá con le formalitá piú rigide e canoniche, da artista intenso ed eccentrico qual era.
Trasferitosi a Milano, incontró Arrigo Polillo, direttore della rivista Musica Jazz e direttore del personale di Arnoldo Mondadori, che, apprezzatene le doti di musicista e riconosciutone l’estro creativo, lo volle con sé come pubblicitario e creativo.

É di questo periodo, nel 1967, la sua prima mostra personale di incisioni, ordinata presso la galleria L’Arte Antica di Torino. Si trattava di incisioni di grandissimo talento tecnico, strettamente correlate al lavoro del Maestro ideale di Beppi Zancan, Rembradt.

Nel 1971 espose di nuovo all’Arte Antica di Torino e al Gabinetto delle Stampe di Milano e nel 1974 al Casinó di Sanremo.


Nel 1974 divenne giornalista professionista e nel 1975 gli fu affidata la direzione del Mago, una delle piú importanti riviste di fumetti italiane, sulle cui pagine, trovavano spazio tavole di giovani autori italiani esordienti cosí come strisce straniere, prevalentemente umoristiche.

Quello stesso anno conobbe Carlotta Frattini, che divenne sua moglie l’anno successivo.


Ancora nel 1976, ordinó una nuova mostra di incisioni, ancora presso la galleria L’Arte Antica, mentre la prima esposizione torinesi di opere pittoriche avverrá soltanto nel 1981, presso la galleria Quaglino di piazza San Carlo; qui espose le sue tele, in cui l’impronta dei grandi impressionisti, tra i quali soprattutto Van Gogh e Cezanne emergeva forte ed evidente.
La pennellata di Beppi Zancan rimane tuttavia personale e autonoma, pur riflettendo ardentemente l’ammirazione per quei grandi.

Nel 1982, dopo un breve periodo in Giorgio Mondadori, dove fu capo redattore delle riviste Arte e Antiquariato, entró a La Stampa; gli fu subito affidata la gestione dell’ inserto Tutto Dove.

Nel 1983 espose al Circolo degli Artisti.
Dal 1987 curó la sezione dedicata all’arte di Torino Sette, uno dei piú apprezzati e seguiti inserti del quotidiano La Stampa.

É del 1987 l'ultima esposizione di opere pittoriche, presso la galleria Davico, mentre il 1990 sarà l'anno dell'ultima mostra di incisioni realizzate in omaggio a Rembrandt, presso la Galleria l'Arte Antica.


Nel 1997, compiuti i sessant’anni, decise di ritirarsi dalla vita professionale per dedicarsi alle sue passioni principali, prevalentemente l’incisione e la pittura, ma anche la scrittura.
É proprio di questi anni la pubblicazione dei romanzi La gatta Miomao e La balbuzie di Bobbio.

Le opere antecedenti agli anni Ottanta riflettono una ricerca spiccatamente introspettiva, in cui la costruzione dei dipinti é maggiormente stratificata e dove si incontra una maggiore profonditá dei piani pittorici; quelle piú tarde manifestano una maniera espressiva progressivamente trasformata, piú "disegnata", piú orizzontale e piú elementare sebbene piú verista rispetto al passato.
L'opera di Beppi Zancan, oggi al centro di attento studio e rivalutazione, é oggetto di raffinato ed attento collezionismo.


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